Nuova Riveduta:

Romani 15:4

Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché, mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza.

C.E.I.:

Romani 15:4

Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza.

Nuova Diodati:

Romani 15:4

Infatti tutte le cose che furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento, affinché mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi riteniamo la speranza.

Riveduta 2020:

Romani 15:4

Perché tutto quello che fu scritto in passato fu scritto per nostra istruzione, affinché, mediante la pazienza e la consolazione delle Scritture, riteniamo la speranza.

La Parola è Vita:

Romani 15:4

Queste cose, che furono scritte nei libri dei profeti tanto tempo fa, ci insegnano la pazienza e c'incoraggiano a tenere viva la nostra speranza.

La Parola è Vita
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Riveduta:

Romani 15:4

Perché tutto quello che fu scritto per l'addietro, fu scritto per nostro ammaestramento, affinché mediante la pazienza e mediante la consolazione delle Scritture, noi riteniamo la speranza.

Ricciotti:

Romani 15:4

Poichè tutto quel che già fu scritto, fu scritto per nostro ammaestramento, affinchè, mediante la perseveranza e la consolazione delle Scritture noi conservassimo la speranza.

Tintori:

Romani 15:4

Or tutto quello che è stato scritto, per nostro ammaestramento è stato scritto, affinchè mediante la pazienza e la consolazione donata dalle Scritture conserviamo la speranza.

Martini:

Romani 15:4

Imperocché tutte le cose, che sono state scritte, per nostro ammaestramento furono scritte: affinchè mediante la pazienza, e la consolazione delle scritture abbiamo speranza.

Diodati:

Romani 15:4

Perciocchè tutte le cose, che furono già innanzi scritte, furono scritte per nostro ammaestramento; acciocchè, per la pazienza, e per la consolazione delle scritture, noi riteniamo la speranza.

Commentario abbreviato:

Romani 15:4

Capitolo 15

Indicazioni su come comportarsi con i deboli Rom 15:1-7

Tutti devono accogliere gli altri come fratelli Rom 15:8-13

La scrittura e la predicazione dell'apostolo Rom 15:14-21

I suoi viaggi mirati Rom 15:22-29

Chiede le loro preghiere Rom 15:30-33

Versetti 1-7

La libertà cristiana è stata concessa non per il nostro piacere, ma per la gloria di Dio e il bene degli altri. Dobbiamo compiacere il nostro prossimo, per il bene della sua anima; non servendo la sua volontà malvagia e assecondandolo in modo peccaminoso; se cerchiamo di piacere agli uomini, non siamo servi di Cristo. Tutta la vita di Cristo è stata una vita di abnegazione, di dispiacere a se stesso. Ed è il cristiano più avanzato, il più conforme a Cristo. Considerando la sua purezza e santità senza macchia, nulla potrebbe essere più contrario a lui che essere fatto peccato e maledizione per noi e far ricadere su di lui i rimproveri di Dio; il giusto per l'ingiusto. Egli ha sopportato la colpa del peccato e la relativa maledizione; noi siamo chiamati a sopportarne solo una piccola parte. Egli ha sopportato i peccati presuntuosi dei malvagi; noi siamo chiamati a sopportare solo le mancanze dei deboli. E non dovremmo essere umili, abnegati e pronti a considerare gli uni gli altri, che sono membra gli uni degli altri? Le Scritture sono state scritte per il nostro uso e beneficio, tanto quanto per coloro ai quali sono state date per primi. Coloro che sono più eruditi sono quelli che hanno più forza nelle Scritture. Il conforto che scaturisce dalla Parola di Dio è il più sicuro e dolce, e il più grande sostegno alla speranza. Lo Spirito, in quanto Consolatore, è l'attestazione della nostra eredità. Questa affinità deve essere secondo il precetto di Cristo, secondo il suo modello ed esempio. È un dono di Dio, un dono prezioso che dobbiamo cercare ardentemente. Il nostro Maestro divino invita i suoi discepoli e li incoraggia mostrandosi mite e umile di spirito. La stessa disposizione dovrebbe contraddistinguere la condotta dei suoi servitori, specialmente dei forti nei confronti dei deboli. Il grande fine di tutte le nostre azioni deve essere la glorificazione di Dio; nulla favorisce di più questo obiettivo che l'amore e la gentilezza reciproca di coloro che professano la religione. Coloro che sono d'accordo in Cristo possono essere d'accordo tra di loro.

Riferimenti incrociati:

Romani 15:4

Rom 4:23,24; 1Co 9:9,10; 10:11; 2Ti 3:16,17; 2P 1:20,21
Rom 5:3-5; 8:24,25; 12:12; Sal 119:81-83; Eb 6:10-19; 10:35,36; Giac 5:7-11; 1P 1:13

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